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News2022-12-06T11:59:19+01:00
2911, 2023

Il piccolo compositore di musica: al Donizetti Opera il debutto della quinta produzione del festival 2023, fondamentale testimonianza della didattica

La regia dell’opera riscoperta di Mayr firmata da Francesco Micheli, impegnato come narratore   Nel cast gli allievi della Bottega Donizetti   Alberto Zanardi dirige Orchestra e Coro del Politecnico delle Arti di Bergamo, istituzione coinvolta anche nella messa in scena Il piccolo compositore di musica è il quinto titolo del Donizetti Opera 2023: sabato 2 dicembre alle ore 20.00 al Teatro Donizetti andrà in scena, infatti, questo singolare tesoro riscoperto del maestro di Donizetti, Giovanni Simone Mayr, con la regia del direttore artistico del festival Francesco Micheli; interpreti vocali gli allievi della Bottega Donizetti 2023, mentre Coro e Orchestra, guidati da Alberto Zanardi, sono quelli del Politecnico delle Arti “G. Donizetti – G. Carrara”. Si tratta dell’appuntamento conclusivo del Donizetti Christmas Day, giornata di festa tra il Teatro Donizetti e il Centro Piacentiniano, realizzata dal festival con il sostegno di Immobiliare della Fiera e Stucchi S.p.A. Il piccolo compositore di musica, sul cui recupero della partitura ha lavorato Candida Mantica della sezione scientifica del festival, andò in scena il 13 settembre 1811 come saggio finale delle Lezioni Caritatevoli. Nello spirito della farsa originale, Francesco Micheli insieme a Giorgio Pesenti hanno approntato una versione appositamente progettata per il festival, finalizzata a mettere in luce i talenti di oggi, prima tappa di un work-in-progress che si svilupperà nel tempo. Mayr, adottando un modello formale settecentesco, ha costruito la partitura ispirandosi agli stessi allievi dei suoi corsi presso le Lezioni Caritatevoli – dove anche Donizetti studiava – interpreti di sé stessi alle prese con la preparazione del saggio finale. Il suo esempio resta ancora oggi validissimo per la capacità con la quale seppe coltivare e assecondare il talento dei suoi giovani allievi, dando loro una formazione solidissima nella quale sono contemplate, fra le doti del buon musicista, anche la leggerezza, l’ironia e l’umorismo, come traspare da queste pagine e come Donizetti ben presto dimostrerà in alcuni suoi capolavori. «Nell’opera di Mayr – racconta Alberto Zanardi – si celebra la sua straordinaria attività di didatta nelle Lezioni caritatevoli, da lui fondate a beneficio di ragazzi poveri che ricevevano così un’educazione musicale e non solo. L’opera mette in scena una giornata-tipo dei corsi di Mayr. La particolarità è che tutti e cinque i personaggi sono effettivamente esistiti, anzi erano davvero gli allievi di quell’anno, il 1811. C’è un Gaetano Donizetti che interpreta sé stesso insieme a quello che diventerà uno dei suoi migliori amici, Antonio Dolci, e ad altri tre studenti, Giuseppe Manghenoni, Antonio Tavecchi e Giuseppe Pontiroli, che poi tanto amici non erano perché a un certo punto, stanchi della grande autostima un po’ presuntuosa (ma, con il senno di poi, giustificata) di Gaetano, lo bullizzano». Donizetti sarà interpretato da Eduardo Martínez, presentato ironicamente come giovane aspirante compositore molto sicuro del proprio talento (memorabili i versi: «Vasta ho la mente, rapido l’ingegno | pronta la fantasia, e nel comporre | un fulmine son io»). Nonostante il tono comico, appare chiaro l’intento promozionale di Mayr, che crede realmente nelle capacità del suo giovane allievo. Donizetti è affiancato da quattro compagni di scuola, a loro volta

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