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La serata del 26 marzo sarà composta da 2 set:
Set 1: RICHARD GALLIANO New York Tango Trio
Set 2: RICHARD BONA
Il biglietto comprende entrambi i concerti

Virtuosismo strumentale alla Jaco Pastorious, fluidità vocale alla George Benson, senso della canzone e dell’armonia alla Joao Gilberto e il tutto mescolato con la cultura africana. Il risultato di questa originalissima combinazione non può che essere uno solo: Richard Bona.

Nato in Camerun, figlio d’arte discendente da un griot, Richard Bona è approdato a New York a metà degli anni Novanta, non prima di aver fatto tappe intermedie in Germania e a Parigi: i paragoni con il mitico Jaco si sono subito sprecati ma molto presto ci si è resi conto che quel bassista arrivato dall’Africa brillava di luce propria. E così sono iniziate le collaborazioni altolocate con Harry Belafonte, la stessa Jaco Pastorius Big Band, gli Steps Ahead di Mike Mainieri, Joe Zawinul, Pat Metheny, George Benson, Mike Stern, Branford Marsalis, Bobby McFerrin, Chaka Khan, Michael e Randy Brecker e via così.

In tutto questo Richard Bona non ha mai reciso il legame con le proprie radici: nei numerosi album incisi nelle vesti di leader, si rileva una naturale inclinazione alla narrazione attraverso i suoni, che si traduce anche nel prendere posizione su tematiche sociali, nel difendere i popoli oppressi. Per esempio, The Ten Shades of Blues, uno dei suoi album più riusciti, è una sorta di viaggio tra le diverse sfumature del blues che affiorano nelle musiche del Sahel, di Brasile, India, Stati Uniti e Camerun.

In altre parole, la musica di Richard Bona si potrebbe far confluire nell’area della fusion, ma con quelle specificità che solo un autore e un musicista con la sensibilità come la sua può esprimere. Una musica che ha la propria principale ragione d’essere in una innata urgenza comunicativa.