Un incontro tra jazz e musica classica: è questo il perno attorno al quale ruota il concerto in programma martedì 19 dicembre al Teatro Sociale (ore 20.30; biglietto intero 25 Euro, ridotto 18 Euro), in apertura della sezione Opera&Concerti della Stagione dei Teatri 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti. Ne sarà protagonista il trio del pianista Enrico Pieranunzi (con Luca Bulgarelli al contrabbasso e Mauro Beggio alla batteria) insieme all’ensemble (cinque archi e cinque fiati) dell’Orchestra Filarmonica Italiana; direzione di Michele Corcella.

Il concerto, che si avvale anche del sigillo di Bergamo Jazz, ha per titolo “Blues & Bach: The Music of John Lewis”, con esplicito rimando a una delle figure cardine del jazz e del connubio tra musica afroamericana e di estrazione europea. Oltre che raffinatissimo pianista, John Lewis è stato infatti, in qualità di componente del Modern Jazz Quartet ma anche in altri contesti, uno dei principali esponenti di quella corrente passata alla storia come Third Stream Music, che negli anni Cinquanta gettò un ponte musicale tra le due sponde dell’Atlantico. Tra le sue composizioni più conosciute ci sono “Sketting in Central Park”, “Spanish Steps”, “Vendome”, “Django”, “Concorde”, “Milano”, “Jasmine Tree”, tutte inserite nel programma del concerto di Pieranunzi, la cui scaletta sarà completata da “Autumn in New York” di Vernon Duke.

L’opera di John Lewis può essere assimilata per vari aspetti a quella di un altro pilastro della musica americana del Novecento: George Gershwin. Entrambi hanno infatti operato all’incrocio tra musiche diverse, ma partendo da linguaggi differenti: con capolavori come “Rapsodia in blu” e la folk opera “Porgy & Bess”, Gershwin ha impresso il suo nome nella storia della musica grazie alla fusione di elementi della musica popolare, in particolare il blues, con altri tipici della tradizione classica europea. John Lewis si è mosso nella stessa direzione ma da una visione ed esperienza opposta, mescolando le innovazioni del jazz moderno con il grande amore per Bach, facendo del binomio blues/Bach il vessillo della sua vita artistica. Il Modern Jazz Quartet, da lui fondato nel 1952 – per quasi mezzo secolo uno dei gruppi più celebrati della scena jazzistica internazionale – è stato il veicolo inconfondibile della sua concezione musicale. Concezione a cui, a poco più di due decenni dalla scomparsa del pianista e compositore statunitense, “Blues and Bach” vuole rendere sentito omaggio.

Più volte applaudito ospite di Bergamo Jazz, Enrico Pieranunzi è uno dei pianisti più in vista del panorama jazzistico europeo e internazionale. Nell’arco della sua carriera, iniziata negli anni Settanta, ha collaborato con illustri jazzmen d’Oltre Oceano, da Chet Baker a Lee Konitz, da Paul Motian a Charlie Haden e Chris Potter. Con il bassista Marc Johnson e con il batterista Joey Baron ha costituito uno dei piano jazz trios più rilevanti e apprezzati. Pluripremiato come miglior musicista italiano nel “Top Jazz” della rivista Musica Jazz (1989, 2003, 2008) e come miglior musicista europeo (Django d’Or, 1997), Pieranunzi ha portato la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo esibendosi nei più importanti festival internazionali, da Montreal a Copenaghen, da Berlino a Madrid, da Tokyo a Rio de Janeiro e Pechino. A partire dal 1982 si è recato numerose volte negli Stati Uniti dando concerti in varie città tra cui New York, Boston, e San Francisco.
Di rilievo la sua partecipazione a Spoleto Festival Usa 2007 (Charleston, North Carolina) che ne ha voluto offrire un ritratto completo proponendolo in concerti di piano solo, duo e trio. Pieranunzi è l’unico musicista italiano di sempre ed uno dei pochissimi europei ad aver suonato e registrato più volte nello storico Village Vanguard di New York. Proprio al suo album “Live at The Village Vanguard”, registrato con Marc Johnson e Paul Motian, è stato assegnato nel 2014 l’Echo Jazz Award – equivalente tedesco dello statunitense Grammy. E la prestigiosa rivista americana “Down Beat” ha incluso l’album “Live in Paris”, in trio con Hein Van de Geyn e André Ceccarelli, tra i migliori dischi del decennio 2000/2010.

Di lui, l’illustre critico Nat Hentoff ha scritto: «Pieranunzi è un pianista di intenso lirismo, in grado di swingare con energia e freschezza e, nello stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica. La sua musica canta».