In questa nuova atmosfera il Donizetti assume una struttura tecnica continuativa e può pianificare al meglio la sua attività. Missiroli può lanciare così una notevole iniziativa, il Teatro delle Novità, ossia la presentazione – a carattere nazionale e di tipo sperimentale – di opere inedite onde far conoscere e sostenere le nuove energie musicali italiane. Fanno da preludio a questa gloriosa avventura (che dura dal 1937 al 1973) la stagione operistica 1935, in cui accanto ad opere di repertorio viene rappresentata Paolo e Virginia, novità assoluta composta da Gianandrea Gavazzeni, che di lì a poco inizierà una fulgida carriera di direttore d’orchestra e collaborerà con l’amico Missiroli al rinnovamento del Donizetti.
Il Teatro delle Novità ha grande risonanza in tutto il Paese, con echi anche all’estero, e serve ad affermare, oltre che nuovi autori, cantanti, scenografi, registi, invitandoli ad operare in maniera sperimentale su un palcoscenico, quello del Donizetti, che diventa un vero e proprio laboratorio delle arti dello spettacolo. Si mettono in scena composizioni sperimentali nella musica, nei testi, nelle sceme e nei costumi. Alcuni spettacoli riscuotono grande successo come Ferrovia sopraelevata (1955) la prima opera composta da Luciano Chailly su testo di Dino Buzzati; La panchina (1956) con testo di Italo Calvino e musiche di Sergio Liberovici.
Intanto c’è stata di mezzo la guerra 1940-1945. Gli anni sono molto drammatici, ma anche in questo periodo gli spettacoli svolgono una necessaria funzione culturale. Si tengono stagioni operistiche ridotte con la presenza dell’orchestra e dei cantanti del Teatro alla Scala, sfollato per ragioni belliche. Il dopoguerra segna un risveglio nella vita intellettuale, sociale ed economica della città, con un risorgente interesse per ogni forma di spettacolo.
Nel 1948 vedono la luce alcune pubblicazioni donizettiane, si può dire che in tale anno, in vasta misura per merito di Bindo Missiroli, mette le radici la Donizetti Renaissance, ossia quel fenomeno che porterà al recupero, alla riproposta e alla conoscenza delle opere poco rappresentate o scomparse dalle scene del musicista bergamasco. Ancora a Missiroli si deve la presenza dei più celebrati musicisti e interpreti di chiara fama, come il soprano Maria Callas nella prima della Lucia di Lammermoor del 1954 (l’artista era già stata al Donizetti nel 1951).
Rinasce il Teatro di Prosa assente dal Donizetti dagli anni ’30, va in scena Le notti dell’Ira di Armand Salacrou. È il primo spettacolo di una lunga serie che vedrà impegnato Il Piccolo Teatro di Milano diretto da Giorgio Strehler.
Nel 1952 due concerti consacrano ufficialmente il jazz come genere degno d’essere ascoltato al Teatro Donizetti tanto quanto la musica classica o lirica. Il primo è programmato il 6 febbraio con l’Orchestra di Dizzy Gillespie. Il pubblico più snob non capisce la nuova proposta e abbandona la sala, ma chi decide di restare si scatena in applausi e fischi all’americana del tutto inediti per quel luogo. Il secondo concerto è fissato il 17 novembre con il gruppo di Sidney Bechet sax soprano e Claude Luter con la sua Orchestra ed è di nuovo un successo; eppure nonostante il consenso della stampa e del pubblico l’Amministrazione comunale non sosterrà più iniziative di questo tipo.
Intanto, il teatro viene fatto oggetto di diversi interventi. Dopo una chiusura durata qualche anno, il rinnovato teatro viene riaperto ufficialmente al pubblico, il 10 ottobre 1964 con la rappresentazione dell’opera donizettiana Lucia di Lammermoor, diretta da Gianandrea Gavazzeni, protagonista Renata Scotto.