Prometeo
11 Gennaio| Ora 10:30
| €15,00Prometeo indaga il senso profondo dell’opera di Eschilo: ruba a Eschilo il fuoco della sua tragedia per donarlo al pubblico.
L’obiettivo è “calarsi” nel sentimento tragico che l’opera propone, elaborando una lingua che preservi la “solennità” dei millenni rendendo comprensibile il senso al pubblico di oggi.
Protagonista dello spettacolo è un gruppo di giovani attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Il nome che si sono dati è Potenziali Evocati Multimediali (un’analisi neurologica che calcola il tempo di reazione dei nervi periferici agli impulsi cerebrali). Un gruppo di ragazzi, perché la tragedia racconta un tempo giovane.
La sfida registica, quindi, è quella di plasmare, anche se nel caso di Prometeo sarebbe meglio dire “forgiare”, i corpi in modo che sappiano esprimere il sentimento tragico. La regia di Gabriele Vacis – un percorso creativo condiviso con tutti gli attori – lavora, contestualmente, su parole, azioni fisiche, musiche e allestimento scenico. Perché la parola non è l’unico strumento utile all’evocazione di un sentimento. Componenti irrinunciabili all’espressione del sentimento tragico sono la musica, il gesto, il movimento. Se la tragedia di Eschilo scava alle radici del coraggio, lo spettacolo mette in scena la paura e il coraggio di affrontarla. La ribellione alla paura nelle parole di Eschilo, che attraversano i corpi dei giovani attori in scena.
Prometeo è l’archetipo della conoscenza, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza. Ed è il simbolo della ribellione. È un personaggio che i giovani amano, perché non riesce a contenere i suoi sentimenti e sfida l’autorità costituita valicando i recinti delle convenzioni.
Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo.