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a cura di Maria Grazia Recanati
Docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Accademia di Belle Arti “G. Carrara”.

La ricezione dell’Iliade da parte degli artisti del mondo antico e tardoantico ha creato una serie di splendide immagini che, dalla ceramica attica alla statuaria greco-romana, dalla pittura parietale alla scultura funeraria dei sarcofagi di età imperiale, rappresenta un repertorio fondamentale per lo sviluppo dell’arte europea, arrivando alla tangenza con l’iconografia cristiana. Quest’ultima raccoglie elementi poetici e compositivi dall’iconografia classica dell’eroe e del compianto sulle sue spoglie, costruendo in questo modo la narrazione della passione di Cristo.

L’Iliade ci trasmette, inoltre, nella lunga descrizione dello scudo di Achille, il primo esempio di ekphrasis, traduzione linguistica dell’immaginario visivo, che sarà esercizio fondamentale nell’arte retorica del mondo antico, applicata ad opere d’arte esistenti o soltanto espressione della fantasia degli scrittori.

Il volto di Omero, che occupa nella galleria dei grandi del passato, insieme a condottieri e filosofi, un posto d’onore, è divenuta, con lo studio crudemente realistico della sua cecità profetica, un’autentica icona della civiltà occidentale, sopravvissuta nella riflessione degli artisti fino a tempi molto recenti.