Dedicato al costruttore del teatro Bortolo Riccardi, il Salone è un ambiente che è stato realizzato molto tempo dopo la nascita dell’edificio. Per oltre 100 anni, infatti, il teatro è rimasto senza una vera facciata. Un semplice portico faceva da biglietto da visita per pubblico, artisti e avventori.
Il 1897, in occasione delle Celebrazioni per il centenario della nascita di Gaetano Donizetti, fu il primo grande momento di orgoglio donizettiano in città. Il teatro prese il nome del Maestro. Già due anni prima, in vista dell’anniversario, si era pensato alla progettazione di una nuova facciata che finalmente fu ultimata, con qualche ritardo, nel 1898, insieme ai lavori di costruzione di questi ambienti. Fu desiderio dei proprietari di palco avere un luogo esclusivo a loro dedicato e qui ebbe sede per quasi un secolo il Circolo dell’Unione. Le nuove sale divennero un luogo di ricreazione e ritrovo. Sotto gli affreschi dei pittori Achille Filippini Fantoni e Fermo Taragni, che sul soffitto centrale raffigurano Apollo sul carro e le Muse, dietro alle tende tirate dei grandi finestroni affacciati sul Sentierone, si ritrovavano i più importanti nomi bergamaschi.

IL CIRCOLO DELL’UNIONE
Il regolamento del Circolo era molto rigido e formale: qui si veniva per divertimento, ma l’etichetta era d’obbligo. Era possibile accedere dietro presentazione di almeno due soci; l’accettazione avveniva con il metodo delle palline nell’urna, che dovevano essere tutte bianche: una sola di colore nero sarebbe valsa l’esclusione. Nulla era lasciato al caso per il comfort dei soci. Si veniva per giocare a biliardo e a bridge, senza però incappare nel gioco d’azzardo. C’era anche una biblioteca per la quale ogni anno venivano acquistati dei libri. L’accurato servizio di bar e ristoro era accompagnato da camerieri professionisti dotati di divise scelte dal Circolo stesso. Nonostante il clima familiare, lo Statuto ricordava ai signori che i conti, propri e di eventuali ospiti, andavano regolati quotidianamente, o entro un tempo ben definito, per non rischiare l’esclusione. Le signore: madri, mogli, sorelle e figlie dei soci avevano il diritto di essere ammesse in occasione delle feste e dei ritrovi, ma solo dopo aver ricevuto un invito scritto. Fino agli anni ’80 il Circolo, che possedeva anche quattro palchi, ha ospitato feste indimenticabili e personalità del mondo artistico, da Mascagni a Toscanini a Giordano. È stata soprattutto una vita notturna quella del Circolo dell’Unione che si affacciava sul Sentierone: la lunga passeggiata ricavata all’inizio del ‘900 nell’area dove fu abbattuta la Fiera. Frenesia ed entusiasmo negli anni del dopoguerra. Era una Bergamo attiva e gioiosa, presa dalla frenesia della ricostruzione. Andare a spasso su e giù per il Sentierone era un rito tra negozi e locali. C’era anche qualche fotografo impegnato ad immortalare graziose fanciulle, baldanzosi gagà, coppie innamorate che avrebbero poi acquistato gli scatti. Ai tavolini dei bar si vedevano i grandi intellettuali o i professionisti più affermati. Nella prima parte del secolo a farla da padrone era stato il Caffè Nazionale, il cui proprietario aveva organizzato non solo la ristorazione, ma anche spettacoli di divertimento, compresi di attraenti ballerine. C’era sempre musica, anche quella jazz che piaceva ai soldati americani rimasti a Bergamo dopo la fine della guerra. Storie leggendarie parlano di concerti infiniti e jam session lunghe tutta la notte. Con il passare del tempo, aumentarono i locali affacciati sul Sentierone e principe dei caffè divenne il Balzer. Il locale e i suoi camerieri offrivano un servizio di classe degno della nobiltà bergamasca e dell’alta borghesia, ma anche di attori e dive protagonisti al Teatro Donizetti.

Ora il salone ospita eventi, incontri, conferenze, mostre e concerti. Uno spazio prestigioso ed elegante particolarmente amato dal pubblico per lo splendore dei suoi stucchi, degli affreschi e delle decorazioni in stile liberty.