Nozzari, Rubini: tenori contro | 25 novembre

Sala della Musica "M. Tremaglia" - Teatro Donizetti

Quella del Settecento non era opera per tenori: la seria, almeno. Nel genere comico avevano invece trovato il loro habitat. A fine secolo, però, si cominciò a pretendere voce virile anche dagli eroi del melodramma serio, e quella di tenore si affermò. A Bergamo e nel suo territorio nacquero e si formarono tenori importanti, protagonisti d’eccellenza delle opere di Rossini prima, e poi di Donizetti. Tra loro, Andrea Nozzari e Giovanni Battista Rubini, capaci di suoni baritonali o di acuti stratosferici: materia prima eccezionale, nelle mani dei compositori.

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Serie di eventi Il diluvio universale

Il diluvio universale

Teatro Donizetti

Azione tragico sacra di Domenico Gilardoni Musica di Gaetano Donizetti Prima esecuzione: Napoli, Real Teatro di San Carlo, 6 marzo 1830 Edizione critica della versione di Napoli a cura di Edoardo Cavalli © Fondazione Teatro Donizetti INTRODUZIONE Tipica opera di soggetto sacro pensata per la rappresentazione nel periodo quaresimale, Il diluvio universale di Gaetano Donizetti debuttò al Real Teatro di San Carlo di Napoli il 6 marzo 1830, con il celeberrimo basso Luigi Lablache nella parte di Noè. Il libretto di Domenico Gilardoni è ispirato alla tragedia Il diluvio di Francesco Ringhieri con l’aggiunta di elementi tratti da lord Byron e da Thomas Moore. Il modello è evidentemente Mosè in Egitto di Rossini, rappresentato nello stesso teatro dodici anni prima e modello insuperabile di opera di argomento religioso, dove però le storie “sacre” della Bibbia si intrecciano con le vicende “profane” dei protagonisti, in una commistione di temi pubblici e privati. Nonostante un clamoroso errore della primadonna, Luigia Boccabadati, che alla “prima” attaccò in anticipo il concertato del finale primo, Il diluvio universale ottenne un buon successo e rappresenta una tappa significativa nell’evoluzione creatrice di Donizetti. Che l’autore considerasse quest’opera molto importante lo dimostra poi la profonda revisione cui la sottopose alcuni anni dopo. Questo secondo Diluvio universale debuttò al Carlo Felice di Genova il 17 gennaio 1834. Il festival Donizetti Opera presenta invece l’opera nella sua versione originale, quella napoletana. Sul podio sale Riccardo Frizza, direttore musicale del festival, mentre lo spettacolo è affidato ai Masbedo, che attraverso il diluvio, il primo cataclisma naturale della storia, propongono una riflessione sulle questioni attualissime dell’emergenza ambientale e degli sconvolgimenti climatici. Argomenti che toccano tutti, in quell’intreccio fra destini collettivi e individuali che costituisce uno dei temi fondamentali della drammaturgia del Diluvio universale. Ancora una volta, Donizetti parla di noi. TRAMA Noè e i suoi familiari, consapevoli che Dio sta per inviare il diluvio, preparano l’arca appena fuori dalla città di Sennàar, votata alla distruzione insieme con i suoi peccaminosi abitanti. Noè ha convertito Sela, la moglie di Cadmo, il capo della città. Sela confida a Noè che il marito la disprezza per la sua fede e ha pubblicamente offeso Dio sfidandolo a punirlo. Arrivano gli sgherri di Cadmo che vogliono bruciare l’arca, Noè tenta di fermarli e Sela decide di tornare dal marito per indurlo a desistere. A questo punto entra in scena Ada, confidente di Sela ma in realtà innamorata di Cadmo. A costui Ada fa credere che Sela sia vicina a Noè non per motivi religiosi, ma perché innamorata del primogenito del profeta, Jafet. Con grande soddisfazione di Ada, Cadmo ripudia la moglie e ordina la condanna a morte di Noè, dei suoi figli e anche di Sela, che ha trovato rifugio presso di loro. Noè ammonisce Cadmo a non sfidare l’ira divina e gli predice il diluvio prossimo venturo, mentre la Natura si scatena con tuoni e fulmini. Cadmo arriva presso l’arca con l’intento di distruggerla, mentre Noè, Jafet e Sela vengono arrestati. Cadmo promette ad Ada di sposarla dopo […]

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