Bergamo Jazz è uno dei festival dedicati alla musica afroamericana più amati d’Italia. Lo dicono, innanzitutto, i numeri: in soli quattro giorni hanno assistito ai concerti a pagamento 5.000 spettatori (di cui 549 abbonati alle tre serate al Teatro Donizetti), ai quali si sono aggiunti i 500 della sezione “Scintille di Jazz” e i 600 ragazzi che hanno partecipato in presenza agli incontri con le scuole organizzati in collaborazione con il CDpM (circa 700 sono gli alunni che hanno seguito gli incontri a distanza sulla piattaforma Zoom).

Bergamo Jazz è da sempre un festival internazionale nella sua articolata proposta artistica ma sempre di più anche nel pubblico: oltre che da tutta Italia (anche dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Sardegna) sono infatti giunti a Bergamo per il festival jazz appassionati dall’Australia, dall’Argentina, dagli Stati Uniti, da Israele, Germania, Francia, Gran Bretagna, Svizzera e Grecia.

«Siamo molto contenti dei risultati che abbiamo ottenuto con Bergamo Jazz», commenta Massimo Boffelli, Direttore Generale della Fondazione Teatro Donizetti, «Un successo niente affatto scontato, vista la situazione pandemica non ancora del tutto risolta, che continua a condizionare le attività di spettacolo in molte parti d’Italia, e le preoccupazioni derivanti dalla guerra nel cuore dell’Europa. E per questo motivo ancora più importante e confortante. Un successo il cui merito va a tutta la squadra della nostra Fondazione e alla Direttrice Artistica Maria Pia De Vito, che l’ultima sera ci ha regalato una straordinaria sorpresa unendosi al pianista Gonzalo Rubalcaba e a Aymée Nuviola: a detta di molti, me compreso, il momento più emozionante di tutto il Festival».

Anche per Maria Pia De Vito la soddisfazione è grande: «Ringrazio la Fondazione Teatro Donizetti, lo staff di Bergamo Jazz e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del Festival. Un ringraziamento speciale va al pubblico che ha manifestato apprezzamento per tutti gli artisti, riservandomi un affetto che mi è entrato nel cuore».

Tra i numerosi giornalisti accreditati a Bergamo Jazz 2022 c’era lo statunitense Ted Panken, inviato di Down Beat, la più prestigiosa testata di jazz nel mondo: «Conosco bene e apprezzo da molti anni il lavoro di Maria Pia De Vito come cantante e il suo programma allestito per Bergamo Jazz mi ha incuriosito per la sua varietà, al punto da indurmi a venire a Bergamo per assistere al Festival. Ho potuto così scoprire una città molto accogliente, ricca di storia, e molto vivace».

Da lontano è venuto anche Arnold Isaac, ventiquattrenne di Sydney, giovane chitarrista e grande estimatore del norvegese Jakob Bro: «Ho scoperto dal suo sito che Jakob Bro avrebbe suonato a Bergamo: ho poi trovato molto interessante nel suo insieme il programma del festival e, non solo mi sono abbonato, ma ho ascoltato anche tutti gli altri concerti sparsi per la città. Una città bellissima: tornerò!»

Non rimane, quindi, che dare appuntamento a lui e a tutto il pubblico di Bergamo Jazz all’edizione 2023, in programma dal 23 al 26 marzo.