La Stagione di Altri Percorsi 2025-2026 inaugura giovedì 4 dicembre al Teatro Sociale con “Natale in casa Cupiello”
Spettacolo inaugurale Altri Percorsi 2025-2026 Natale in casa Cupiello con Luca Saccoia Giovedì 4 dicembre al Teatro Sociale Ricomincia la Stagione dei Teatri della Fondazione Teatro Donizetti, che fino a maggio proporrà numerosi appuntamenti nel solco del teatro di prosa, della musica e dell’opera. Si inizia con Altri Percorsi, finestra aperta sulle diverse sfaccettature dell’espressività teatrale, la cui edizione 2025-2026 è dedicata simbolicamente a Benvenuto Cuminetti, che della rassegna fu illuminato inventore. Il primo dei sette titoli in cartellone, in programma giovedì 4 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Sociale, è Natale in casa Cupiello, classico di Eduardo De Filippo riproposto da Luca Saccoia in una versione particolare, cum figuris. Lo spettacolo vede infatti l’attore interagire con sette pupazzi realizzati dallo scenografo Tiziano Fario, autore dell’intera scenografia, e animati da un gruppo di manovratori costituito ad hoc per il progetto e coordinato da Irene Vecchia. La regia è di Lello Serao. Luci di Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo. Costumi di Federica Del Gaudio. Musiche originali di Luca Toller. Produzione Teatri Associati di Napoli/Interno 5 con il sostegno di Fondazione Eduardo De Filippo e Teatro Augusteo. Durata 1 ora e 50 minuti compresi due intervalli. Prezzi biglietti: 20 Euro, ridotto 16 Euro. Lo spettacolo, fedele al testo di Eduardo, evoca le vicende della famiglia Cupiello, aprendo uno squarcio dentro l’immaginario e la memoria di ogni spettatore. Un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura nel quale Luca Saccoia s'immerge riemergendone come “Tommasino” che, dopo aver detto il fatidico “sì” a suo padre, rivive e fa rivivere quel “Natale” che ci accompagna da 90 anni. Racconta il regista Lello Serao nelle sue note che presentano lo spettacolo: «Il progetto nasce da un’idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha preso corpo dall’incontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano Fario. Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico; il presepe è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo. Il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere. È proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti: cosa è diventato quel Tommasino, “Nennillo”, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico “si” sul letto di morte del padre? A queste risposte abbiamo provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel “si” convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari
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