Michela Gerosa

Circa Michela Gerosa

Questo autore non ha riempito alcun dettaglio.
Finora Michela Gerosa ha creato 299 post nel blog.

La Stagione di Altri Percorsi prosegue con “Lo Specchio della Regina”, giovedì 20 febbraio al Teatro Sociale

Dopo Otello Circus, presentato con successo nel 2023, la compagnia Teatro La Ribalta torna a Bergamo con Lo Specchio della Regina, spettacolo inserito nella Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti e in programma giovedì 20 febbraio al Teatro Sociale (ore 20.30). Scritto e diretto da Antonio Viganò, Lo Specchio della Regina riprende in modo originale la fiaba di Biancaneve, offrendo una riflessione sulla bellezza che è contenuta nella diversità di ciascuno. In scena tre attori: Jason Mattia De Majo, Maria Magdolna Johannes e Rocco Ventura, già protagonisti di Otello Circus. Coreografie di Eleonora Chiocchini. Assistente alla drammaturgia e disegno sonoro Paola Guerra. Collaborazione alla creazione Paola Guerra e Paolo Grossi. Scene di Roberto Banci e Antonio Viganò. Light design Melissa Pircali. Produzione Teatro La Ribalta in coproduzione con Tanz Bozen Bolzano Danza Festival, con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora, Centro di Residenza Emilia-Romagna e degli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino. Durata 50 minuti senza intervallo. Ne Lo Specchio della Regina, la celebre fiaba di Biancaneve vede come protagonisti due improbabili personaggi: una Regina affaticata dal dover essere sempre “la più bella del Reame” e il suo Specchio che, stanco di dover ripetere sempre “quello che fanno gli altri”, cercherà una via di fuga. La Regina, orfana della sua immagine riflessa, dovrà dunque trovare un modo per riconquistare la fiducia dello Specchio. Il risultato è un appassionante racconto che smonta e rimonta una delle fiabe più famose di tutti i tempi. Le coreografie di Eleonora Chiocchini reinterpretano il testo teatrale di Antonio Viganò Bianca & Neve, già andato in scena e tradotto in varie lingue: lo Specchio e la Regina si animano in una danza di relazioni, sfumature giocose, a volte litigiose, a tratti misteriose, colorano il loro dialogo che si farà corpo. Sempre complici come può esserlo soltanto uno specchio e l’immagine che esso riflette. Scriveva Antonio Viganò nelle note di regia al momento del debutto de Lo Specchio della Regina: «Il Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt nel 2023 compie 10 anni. Questo compleanno lo festeggiamo guardandoci indietro, per capire quanto abbiamo fatto e quali tracce e quali segni di questa avventura sono rimasti. Questo guardarci indietro ci serve per vedere avanti, per capire e poi disegnare un prossimo futuro. Il Festival Bolzano Danza, coproduttore dello spettacolo, ha avuto un ruolo importante in questa nostra breve ma intensa storia: il primo spettacolo, Il Minotauro, nasce con la complicità del Festival così come lo spettacolo Il suono della caduta, uno spettacolo firmato dalla coreografa Julie Anne Stanzak, storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch. Ecco allora che questo nostro ritorno al Festival Bolzano Danza ha un sapore speciale. Lo spettacolo è destinato anche ad un pubblico dell’infanzia e dell’adolescenza perché abbiamo voglia di incontrare le nuove generazioni, il nostro futuro. Un pubblico, quello dei bambini, che conosce bene il linguaggio del corpo e incontrerà, grazie a questo spettacolo, degli interpreti, danzatori e attori di-versi, che riveleranno loro che essere definiti “diversi” non è qualcosa in

La Stagione di Altri Percorsi prosegue con “Lo Specchio della Regina”, giovedì 20 febbraio al Teatro Sociale2025-02-11T11:01:37+01:00

LEZIONI DI STORIA 2025 prosegue con “Robespierre: al cuore della Rivoluzione” con Luigi Mascilli Migliorini

Sull’onda del successo di pubblico dei primi tre incontri, che hanno registrato oltre 900 presenze ciascuno, prosegue sabato 15 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11) la seconda edizione di “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda. Dopo Gesù, Cleopatra e Giovanna D’Arco, il prossimo “ribelle” sarà Robespierre, la cui figura sarà analizzata da Luigi Mascilli Migliorini, docente di Storia Moderna. La lezione verrà introdotta dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Da beneducato avvocato di una cittadina di provincia a simbolo della Rivoluzione francese, delle sue illusioni, dei suoi orrori: la controversa personalità di Robespierre, tuttora ricca di fascino e oggetto di studio e dibattito, rispecchia il disagio di un animo borghese manifestato in una “incorruttibilità” poi incarnatasi nei sacri principi di una Rivoluzione, suo malgrado, inevitabilmente destinata a corrompersi. Membro dell’Accademia dei Lincei, già presidente della SISEM e professore di Storia moderna presso l’Università L’Orientale, Luigi Mascilli Migliorini è uno dei maggiori studiosi dell’età napoleonica e della Restaurazione in Europa, a cui ha dedicato due importanti biografie: Napoleone (Salerno Editrice 2002, nuova edizione 2015) e Metternich (Salerno Editrice 2014). È Commandeur de l’Ordre des Palmes Académiques, Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica francese e professore invitato presso l’École Normale Supérieure a Parigi e l’Università Cattolica di Santiago del Cile. Fa parte del Comitato scientifico della Correspondance di Napoleone presso l’editore Fayard. Per Laterza ha pubblicato, tra l’altro, L’età moderna. Una storia globale (2022). Le “Lezioni di Storia” si concluderanno sabato 1° marzo con il professore Loris Zanatta, che presenterà la figura di Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.

LEZIONI DI STORIA 2025 prosegue con “Robespierre: al cuore della Rivoluzione” con Luigi Mascilli Migliorini2025-02-11T10:55:28+01:00

BERGAMO JAZZ 2025: Variazione nel programma della serata del 21 marzo al Teatro Donizetti

Myra Melford, Dayna Stephens, Nick Dunston, Allison Miller sostituiscono il duo Dave Holland/Lionel Loueke A seguito dell’improvvisa cancellazione del tour europeo del duo Dave Holland/Lionel Loueke, a causa di problemi di salute occorsi al contrabbassista inglese, la serata di Bergamo Jazz di venerdì 21 marzo al Teatro Donizetti sarà aperta dal Lux Quartet, formazione diretta dalla pianista Myra Melford e dalla batterista Allison Miller e completata dal sassofonista Dayna Stephens e dal contrabbassista Nick Dunston, tutti musicisti di primo piano del panorama jazzistico internazionale. Rimangono confermati il progetto dedicato a Wayne Shorter - con Danilo Pérez, John Patitucci, Brian Blade e Ravi Coltrane - previsto per la stessa sera, e tutto il resto del programma del Festival. Solo per i possessori di biglietto d’ingresso alla singola serata di venerdì 21 marzo al Teatro Donizetti, sarà possibile, qualora lo desiderassero, chiedere il rimborso del costo del biglietto rivolgendosi alla Biglietteria del Teatro Donizetti entro e non oltre il 25 febbraio, scrivendo una email a biglietteria@fondazioneteatrodonizetti.org. Tale modalità è valida anche per chi avesse acquistato il biglietto online sul circuito VivaTicket. Costituitosi di recente attorno a due delle principali figure del jazz declinato al femminile, la pianista Myra Melford, già ospite di Bergamo Jazz nel 2014 con un’altra formazione, e la batterista Allison Miller, il Lux Quartet è assurto immediatamente alle cronache musicali con la pubblicazione nell’agosto 2024 dell’album Tomorrowland, al quale la rivista americana Down Beat ha attribuito ben quattro stelle. Il nome del gruppo è ispirato alla luce in tutte le sue manifestazioni, dalla vitalità dei raggi del sole alla bioluminescenza delle creature negli oceani più profondi, simboleggiando tutte le altezze e le profondità che il quartetto intende esplorare musicalmente. Myra Melford è sin dalla fine degli anni Ottanta una delle stelle più brillanti del firmamento pianistico jazz. Tra le sue principali esperienze collaborative si ricordano quelle con Henry Threadgill, Butch Morris e Dave Douglas. A fine anni Novata ha costituito insieme al violinista Leroy Jenkins e al sassofonista dell’Art Ensemble of Chicago Joseph Jarman il trio Equal Interest. Nelle vesti di leader ha registrato numerosi album che ne attestano anche lo spessore compositivo e la varietà di ambiti espressivi frequentati, dal piano solo al quintetto. Da diversi anni Myra Melford ha avviato un fecondo sodalizio artistico con la batterista Allison Miller, nota pe la sua militanza nel pluridecorato quintetto all women Artemis, nonché per numerose collaborazioni anche in ambito cantautorale (Ani DiFranco, Natalie Merchant, Brandi Carlile). Dayna Stephens è uno dei principali sassofonisti emersi negli ultimi decenni. Oltre ad aver registrato diversi dischi a proprio nome, ha suonato con Kenny Barron, Ambrose Akinmusire, Julian Lage, Gerald Clayton e molti altri. Anche il bassista Nick Dunston vanta un curriculum di tutto rispetto: Marc Ribot, Vijay Iyer, Mary Halvorson, Tyshawn Sorey, Craig Taborn e Dave Douglas sono solo alcuni dei colleghi ai quali si è affiancato sino ad ora.

BERGAMO JAZZ 2025: Variazione nel programma della serata del 21 marzo al Teatro Donizetti2025-02-07T13:20:59+01:00

Grandissimo successo per Alessandro Haber e “La Coscienza di Zeno”: 9.265 spettatori

9.265 spettatori complessivi, una media di oltre 1.000 presenze a replica: La coscienza di Zeno, secondo titolo della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti andato in scena nel principale teatro cittadino da sabato 25 gennaio a domenica scorsa, ha ottenuto un grandissimo successo. «Sono stati giorni fantastici: grazie Bergamo e un saluto alla Sindaca che oggi è con noi!»: così Alessandro Haber, protagonista principale dello spettacolo, si è congedato al termine dell’ultima delle nove repliche, una delle quali è stata applaudita da oltre 1.000 studenti. A sipario calato, nei camerini, è poi avvenuto il cordiale incontro con Elena Carnevali, che a sua volta ha ringraziato il grande attore per la bellissima prova di tutta la compagnia. «È il secondo anno che rappresentiamo questo spettacolo. Ci sono città in cui il pubblico è più avvezzo ad andare a teatro e dove registriamo reazioni più sottili, che colgono certe sfumature. Tra queste c’è sicuramente Bergamo: il Teatro Donizetti è uno dei teatri che più amo e che più ho frequentato nel mio lungo percorso», ha raccontato a caldo Alessandro Haber, «Qui si capisce che il pubblico viene a teatro con piacere, con la voglia di abbracciarti, di accoglierti. Certo, dipende molto dallo spettacolo: è come fare all’amore, quando si trova quel quid particolare. E a Bergamo credo siamo riusciti a toccare il pubblico, anche grazie alla regia di Paolo Valerio che io trovo bellissima e alla bravura di tutta compagnia, costituita da un gruppo di attori all’altezza. Con Bergamo ho un rapporto speciale, forse anche per via del fatto che la mia prima storia d’amore fu con una ragazza della vostra città. Al di là di questo, anche questa volta mi sono trovato particolarmente bene». Al suo debutto al Donizetti era invece Francesco Godina, che nello spettacolo interpreta Zeno da giovane: «Di queste impegnative repliche mi porto a casa prima di tutto la bellezza del Teatro Donizetti, di cui avevo sentito parlare ma che non avevo avuto ancora la fortuna di frequentare. Siamo quasi alla fine della tournée, ci mancano una quindicina di rappresentazioni per arrivare alle 100 previste: a Bergamo. la replica alla quale hanno assistito gli studenti è stata una delle migliori. I giovani magari ridono in momenti diversi da quelli del pubblico, diciamo, tradizionale. Questo vuol dire che forse sono più sensibili a una comicità differente che li cattura. La soddisfazione è proprio quando le risate arrivano sul testo di Svevo. Il che vuol dire che la nostra operazione è riuscita».  

Grandissimo successo per Alessandro Haber e “La Coscienza di Zeno”: 9.265 spettatori2025-02-03T14:21:26+01:00

LEZIONI DI STORIA prosegue con “Giovanna d’Arco: una donna in armi”. Relatrice: Maria Giuseppina Muzzarelli

Sabato 8 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11) è in programma il terzo appuntamento della seconda edizione di “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda. Il tema scelto quest’anno è “Ribelli”: dopo Gesù e Cleopatra, è adesso il turno di una ribelle per antonomasia, Giovanna d’Arco. A illustrare la figura di questa “donna in armi” sarà Maria Giuseppina Muzzarelli, saggista, studiosa e docente di Storia medievale. Giovanna d’Arco è una ragazza, ma combatte come un uomo; è una vergine cristiana, ma veste abiti maschili; si sente in rapporto diretto con Dio, ma non riconosce la mediazione della Chiesa. Venerata come santa, è diventata un mito, e non solo per i francesi. Molte domande restano però aperte su questa giovane in armi arsa sul rogo a 19 anni. Maria Giuseppina Muzzarelli si occupa di storia della mentalità e della società e ha insegnato Storia medievale, Storia delle città e Storia e patrimonio culturale della moda all’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni: Pescatori di uomini. Predicatori e piazze alla fine del Medioevo (2005); Un’italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan intellettuale e donna (nuova edizione 2017); A capo coperto. Storie di donne e di veli (nuova edizione 2018); Le regole del lusso. Apparenza e vita quotidiana dal Medioevo all’età moderna (2020). Per Laterza è autrice di Nelle mani delle donne. Nutrire, guarire, avvelenare dal Medioevo a oggi (2013), Madri, madri mancate, quasi madri. Sei storie medievali (2021) e La señora. Vita e avventure di Gracia Nasi (2024). Le “Lezioni di Storia” proseguiranno con Luigi Mascilli Migliorini, che proporrà una riflessione profonda su Robespierre, nel cuore della Rivoluzione Francese (15 febbraio), per concludersi con Loris Zanatta, che presenterà Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Tutti gli incontri saranno introdotti dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole a 8 Euro. Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.

LEZIONI DI STORIA prosegue con “Giovanna d’Arco: una donna in armi”. Relatrice: Maria Giuseppina Muzzarelli2025-01-29T14:10:52+01:00

La Stagione di Prosa prosegue con “L’Avaro” di Molière dall’8 al 16 febbraio al Teatro Donizetti. In scena Ugo Dighero

È L’Avaro il prossimo titolo in cartellone della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti, in programma nel principale teatro cittadino da sabato 8 a domenica 16 febbraio: la celebre commedia di Molière vedrà nei panni di Arpagone Ugo Dighero, attore noto per ruoli comici, già apprezzatissimo protagonista di opere di Stefano Benni e Dario Fo, che si confronta per la prima volta con un grande classico. Al suo fianco ci saranno: Mariangeles Torres, Fabio Barone, Stefano Dilauro, Cristian Giammarini, Paolo Li Volsi, Elisabetta Mazzullo, Rebecca Redaelli e Luigi Saravo. Quest’ultimo firma la regia. Giovedì 13 febbraio presso la Sala della Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti (ore 18) è previsto un incontro sullo spettacolo con Ugo Dighero e la compagnia. Coordina Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. Ingresso libero su prenotazione registrandosi al link Eventbrite pubblicato sul sito del Teatro Donizetti. Nella commedia di Molière si assiste a un epico scontro tra sentimenti e soldi. Il protagonista è disposto a sacrificare la felicità dei figli, pur di non dovere fornire loro una dote e anzi acquisire nuove ricchezze attraverso i loro matrimoni. La regia di Saravo ambienta lo spettacolo in una dimensione che rimanda al nostro quotidiano, giostrando riferimenti temporali diversi, dagli smartphone agli abiti anni Settanta agli spot che tormentano Arpagone (la pubblicità è il diavolo che potrebbe indurlo nella tentazione di spendere il suo amato denaro). Anche le musiche originali di Paolo Silvestri si muovono su piani diversi, mentre la nuova traduzione di Letizia Russo, fresca e diretta, contribuisce a dare al tutto un ritmo contemporaneo. «La narrazione de L’Avaro di Molière ruota attorno a un tema centrale, cui tutti gli altri si riconnettono: il danaro», scrive Luigi Saravo nelle note di regia, «Il danaro e la sua conservazione, il suo sperpero, il gioco d’azzardo, l’acquisto di beni e il loro degrado che porta all’acquisto di nuovi beni, i prestiti, gli interessi e i rapporti di potere che dal danaro discendono. Nella nostra contemporaneità orientata al consumo, definita dalla necessità di far circolare il danaro inseguendo una crescita economica infinita, il gesto conservativo e immobilista di Arpagone, dal punto di vista finanziario, ci suona come sovversivo, in netta opposizione alla tirannia consumistica, alla pubblicità che ne è motore, e a quella patologia del desiderio che vede nella sostituzione il suo fondamento. Se analizziamo il fulcro del testo, ovvero il conflitto tra Arpagone e il suo entourage, ci troviamo di fronte al conflitto di due visioni economiche: una consumistica di stampo capitalistico novecentesco e una, relativamente nuova, conservativa, che si oppone al consumo e si orienta alla conservazione dei beni, al loro riutilizzo, al loro scambio e, infine, alla protezione di essi, primi tra tutti quei beni definiti come “beni naturali”. Non vogliamo dire che Arpagone sia un eroe positivo, che sia mosso da una spinta ideologica, ma, senz’altro, che con la sua attitudine si ponga chiaramente in opposizione all’economia capitalistica novecentesca e più in linea con la visione conservativa». «Intorno a lui si muovono gli

La Stagione di Prosa prosegue con “L’Avaro” di Molière dall’8 al 16 febbraio al Teatro Donizetti. In scena Ugo Dighero2025-01-29T14:06:16+01:00

LEZIONI DI STORIA 2025: secondo appuntamento con “Cleopatra: la regina nemica di Roma”

Avviata con grande successo – oltre 950 presenze – da Vito Mancuso, che ha offerto un inedito ritratto di Gesù, la seconda edizione di “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda, prosegue sabato 1° febbraio al Teatro Donizetti (ore 11.00) nel segno di un’altra figura storica, ben aderente al tema dei “Ribelli”, scelto quest’anno per la rassegna: Cleopatra. Cleopatra: la regina nemica di Roma è infatti il titolo della lezione di Francesca Cenerini, docente di Storia romana e di Epigrafia e istituzioni romane all’Università di Bologna. Proprio la storia di Roma si interseca non solo con la vita dell’ultima regina della dinastia tolemaica e con i destini dell’Egitto, ma anche con le storie della Palestina, dell’Africa e dell’Asia. È l’inizio di una stagione che avrà enorme incidenza sulla cultura e sui gusti dei romani. Francesca Cenerini ha indirizzato i propri studi nell’ambito della Storia antica. Gli interessi di ricerca sono rivolti in particolare alla rappresentazione della condizione femminile in età romana, attraverso l’analisi della documentazione storiografica ed epigrafica. Questa sua ricerca ha prodotto due monografie e numerosi articoli pubblicati in riviste e saggi in volume. Ha collaborato a molte iniziative volte alla comunicazione pubblica delle proprie ricerche, collaborando con riviste di alta divulgazione e iniziative culturali. È autrice de La Donna Romana. Modelli e realtà (Il Mulino, 2013) e di Messalina. Leggenda e storia di una donna pericolosa (Laterza, 2024). Le “Lezioni di Storia” proseguiranno poi con Maria Giuseppina Muzzarelli, che rievocherà la figura storica, il carisma e la personalità complessa di Giovanna d’Arco (8 febbraio); con Luigi Mascilli Migliorini, che proporrà una riflessione profonda su Robespierre, nel cuore della Rivoluzione Francese (15 febbraio), ed infine con Loris Zanatta, che presenterà Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Tutti gli incontri saranno introdotti dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole a 8 Euro. Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.    

LEZIONI DI STORIA 2025: secondo appuntamento con “Cleopatra: la regina nemica di Roma”2025-01-23T13:15:37+01:00

La Stagione di Altri Percorsi prosegue con “Odradek”, spettacolo di Menoventi, in scena giovedì 6 febbraio al Teatro Sociale

Da sempre attenta a quanto di nuovo si muove in ambito teatrale, la Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti prosegue giovedì 6 febbraio al Teatro Sociale (ore 20.30) ospitando per la prima volta Menoventi, compagnia con alle spalle diversi riconoscimenti, che nell’occasione presenta Odradek, spettacolo nel quale si entra nella casa di una donna alle prese con una spirale di ordinazioni online e di desideri esauditi ancora prima di essere richiesti. Drammaturgia, regia e luci di Gianni Farina. Interpreti: Consuelo Battiston e Francesco Pennacchia. Musiche e sound design di Andrea Gianessi. Scene di Andrea Montesi e Gianni Farina con la consulenza di Enrico Isola e Daniele Torcellini. Costumi di Consuelo Battiston e Elisa Alberghi. Voci: Tamara Balducci, Leonardo Bianconi, Maria Donnoli, Chiara Lagani. Produzione Menoventi/E Production, Ravenna Festival, Accademia Perduta/Romagna Teatri, OperaEstate Festival Veneto/CSC in collaborazione con Masque Teatro. Durata 1 ora e 10 minuti senza intervallo.  Nato da un’idea a Consuelo Battiston e Gianni Farina, fondatori di Menoventi, Odradek è una fiaba contemporanea ispirata dai moniti di Gunther Anders e dai capricci di Franz Kafka. A casa di M, una donna ordinaria rintanata nella comfort zone domestica, ogni desiderio viene esaudito ancora prima d’essere concepito. Nel paese della cuccagna la spirale del conformismo ha eliminato ogni ghiribizzo, dunque le previsioni di marketing risultano infallibili. Ignaro messaggero di questo mondo incantato è Q, corriere espresso dell’azienda più importante del settore consegne, l’onnipresente Odradek. Dalla relazione tra i due nascono interrogativi inconsueti: da dove arrivano gli oggetti? E le notizie? Chi parla all’altro capo dell’apparecchio? Un guasto al sistema elettrico consentirà a questi eremiti di massa di scorgere un riflesso dell’invisibile trama del mondo, innescando uno scontro tra ambiente e ambizione, una lotta tra illusione e immaginazione. L’innocenza inconsapevole della vita odierna, ovvero l’incapacità di avvertire il peso della responsabilità del proprio agire, a volte si incrina e lascia filtrare i sintomi di un’angoscia singolare, insolita; come un’ombra cupa, il sentimento di insensatezza della propria esistenza si insinua nella mente di M. L’incanto che avvolge e omologa i protagonisti di questa fiaba sembra diffondersi dagli apparati e dagli oggetti domestici, prodotti inerti che occasionalmente danno l’impressione di osservare le umane attività e paiono giudicare i loro consumatori. Nella solitudine e nel silenzio della sera, la casa sembra avere mille occhi e le merci prendono vita per dispensare consigli e ammonimenti, forti di una saggezza sovrumana non contaminata da improduttive pulsioni o superflue emozioni. Menoventi nasce nel 2005 e si stabilisce a Faenza pochi anni dopo. I fondatori Consuelo Battiston e Gianni Farina collaborano con artisti italiani ed europei per generare opere che intersecano teatro, musica, radio, video e arti visive. Privo di una poetica definita a priori, il gruppo adotta linguaggi e registri orientati dalle peculiarità del cuore tematico di ogni progetto, generando una raccolta eterogenea di oggetti scenici. Unico punto fisso della ricerca di Menoventi è il pubblico, referente attivo che viene apostrofato, spiato, raggirato e che – volente o nolente – entra nel gioco. Menoventi ha ricevuto i premi Lo Straniero,

La Stagione di Altri Percorsi prosegue con “Odradek”, spettacolo di Menoventi, in scena giovedì 6 febbraio al Teatro Sociale2025-02-04T11:36:52+01:00

BERGAMO JAZZ 2025: da martedì 28 gennaio in vendita i biglietti per le 3 serate al Teatro Donizetti e per i concerti di “Jazz in Città”

790 abbonamenti, 22 in più rispetto allo scorso anno: con questo dato straordinario, grazie al quale si profila una partecipazione di pubblico da sold out, Bergamo Jazz 2025 mette ora in campo la vendita dei biglietti per le singole serate al Teatro Donizetti e per i concerti della sezione “Jazz in Città”. Già disponibili sono i biglietti per i due appuntamenti al Teatro Sociale della sera di giovedì 20 marzo (con la cantante Lizz Wright e il trio del pianista Antonio Faraò) e del pomeriggio di domenica 23 (con il supergruppo Stick Men guidato dal celebre bassista Tony Levin). Jazz al Donizetti Venerdì 21 marzo, la prima delle tre serate in abbonamento al Teatro Donizetti, con inizio alle ore 20.30, sarà aperta dal duo formato da un fuoriclasse del contrabbasso come Dave Holland e da Lionel Loueke, uno dei chitarristi più innovativi apparsi sulle scene del jazz negli ultimi decenni. Una coppia artistica di spessore che fungerà da “apripista” alla Wayne Shorter Legacy, ovvero il pianista Danilo Pérez, il contrabbassista John Patitucci, il batterista Brian Blade e, nelle vesti di special guest, il sassofonista Ravi Coltrane, musicisti che non hanno certo necessità di molte presentazioni. Anche la serata di sabato 22 vedrà di scena una autentica all stars, The Cookers, sette veterani di infinite battaglie a suon di jazz: i trombettisti Eddie Henderson e David Weiss, i sassofonisti Azar Lawrence e Donald Harrison, il pianista George Cables, il contrabbassista Cecil McBee e il batterista Billy Hart. Il concerto dei The Cookers sarà preceduto da quello del più internazionale dei jazzisti italiani, Enrico Rava. Il trombettista e flicornista, già Direttore Artistico di Bergamo Jazz dal 2012 al 2015, sarà alla guida dei suoi “Fearless Five”, formazione fresca vincitrice del “Top Jazz 2024” del mensile Musica Jazz. Domenica 23, l’ultima serata al Donizetti sarà scandita dalla prima apparizione sul palcoscenico del principale teatro cittadino del chitarrista Marc Ribot e dal ritorno dopo dieci anni di una delle più carismatiche voci femminili, Dianne Reeves. Jazz In Città Bergamo Jazz entra ancora una volta nei piccoli teatri per offrire performance musicali preziose, tra le proposte artisticamente più stimolanti del Festival. Ad aprire la serie di concerti sparsi per la città sarà, giovedì 20 marzo al Teatro Sant’Andrea di Via Porta Dipinta (ore 17.00), il pianista cubano Aruán Ortiz, dalle cui dita sgorga una musicalità in cui la tradizione afrocaraibica si incontra con il jazz più avanzato. Stessa sede per il concerto che domenica 23 (ore 11.00) avrà come protagonisti il contrabbassista inglese Barry Guy, storico esponente della musica improvvisata più audace, e la pianista catalana Jordina Millà: i due musicisti hanno da poco licenziato per ECM l’album Live In Munich. Anche l’Auditorium di Piazza della Libertà farà da cornice a due appuntamenti, entrambi contrassegnati da altrettanti gruppi “misti”, sia per genere che per provenienza geografica, con in evidenza alcuni nomi di spicco della new wave del British Jazz: La Via del Ferro (venerdì 21, ore 17.00) e il Dialect Quintet del pianista Alexander Hawkins (sabato

BERGAMO JAZZ 2025: da martedì 28 gennaio in vendita i biglietti per le 3 serate al Teatro Donizetti e per i concerti di “Jazz in Città”2025-01-23T13:12:41+01:00

RICCARDO FRIZZA RACCONTA IL SUO FESTIVAL DONIZETTI OPERA PER IL TRIENNIO 2025-2027: LA PAROLA CHIAVE È “EVOLUZIONE”

Il Maestro Riccardo Frizza, direttore d’orchestra di fama internazionale, già direttore musicale del Donizetti Opera dal 2017, nominato anche direttore artistico della manifestazione il 4 dicembre scorso dal CdA della Fondazione Teatro Donizetti, annuncia la sua visione del festival per il triennio 2025-2027. Sotto il segno della parola “evoluzione”, il M° Frizza intende proseguire il percorso intrapreso negli ultimi anni con una visione innovativa, che coniuga continuità e futuro. Se la manifestazione in precedenza ha inaugurato il suo format rinnovando la programmazione artistica e invadendo la città con la figura di Donizetti quale illustre bergamasco, ora si mira a un’evoluzione che riporti al centro il Gaetano Donizetti compositore, protagonista assoluto, accompagnato da un progetto culturale che ambisce a consolidare la posizione del festival tra i grandi eventi internazionali. Sei le linee guida fondamentali che indirizzeranno la manifestazione nei prossimi tre anni, a partire da internazionalità e alta qualità artistica, per un festival senza confini. Il Donizetti Opera, infatti, intende rafforzare e ampliare la sua dimensione internazionale, puntando ancora di più sulla qualità artistica e sulla ricerca musicologica, per collocarsi tra i grandi eventi del panorama culturale mondiale. Produzioni di altissimo livello e un dialogo attivo con il pubblico oltre confine faranno del festival un punto di riferimento per gli appassionati e gli esperti del settore, ma anche per i neofiti e i curiosi che vorranno avvicinarsi al corpus del celebre compositore bergamasco, attirati dagli eventi collaterali alla programmazione artistica. Secondo obiettivo strategico la costruzione di ponti tra culture, grazie a gemellaggi e coproduzioni. Il festival si vuole porre come un luogo d’incontro tra culture e tradizioni diverse: in quest’ottica le coproduzioni diventano veri e propri gemellaggi che coinvolgono il Teatro e la città. Uniscono comunità, intrecciano storie, stimolano nuove letture e visioni, e creano una contaminazione artistica e culturale che abbatte le barriere e le diversità, per una manifestazione profondamente inclusiva. Terzo punto focale fare di Bergamo la culla della Voce, grazie a progetti rinnovati e nuove proposte che abbracciano diverse arti e discipline. Partendo dalla tradizione belcantistica donizettiana, si celebra la voce in tutte le sue forme, come simbolo contemporaneo di eccellenza e creatività. Quarto obiettivo la costruzione di una Rete Donizetti: il festival andrà a consolidare il concetto, che si è fatto strada in questi anni, di “Bergamo Città di Donizetti”, puntando a un’ulteriore valorizzazione del Centro Studi della Fondazione e alla costruzione di una rete che renda Bergamo epicentro del patrimonio donizettiano per stimolare un dialogo a livello mondiale. Quindi, sul versante educazione e formazione, le iniziative vedranno il Donizetti Opera per le Life Skills: il festival rinnova il suo impegno verso le nuove generazioni, integrando nei percorsi formativi le Life Skills, così come riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quali comportamenti positivi nelle aree emotive, cognitive e relazionali, che permettono all’individuo di far fronte efficacemente alle sfide quotidiane, sia in termini personali che relazionali e sociali. I programmi educational, pensati per bambini e ragazzi, in collaborazione con le scuole e gli istituti di ogni ordine e

RICCARDO FRIZZA RACCONTA IL SUO FESTIVAL DONIZETTI OPERA PER IL TRIENNIO 2025-2027: LA PAROLA CHIAVE È “EVOLUZIONE”2025-01-23T12:54:54+01:00
Torna in cima