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FRANCO D'ANDREA trio | MELISSA ALDANA quartet

Set 1
FRANCO D'ANDREA trio

Franco D'Andrea pianoforte
Gabriele Evangelista contrabbasso
Roberto Gatto batteria

Franco D’Andrea torna a Bergamo Jazz con un nuovo trio, o meglio un supertrio. Della formazione, accanto all’autorevolissimo leader, fanno infatti parte il contrabbassista Gabriele Evangelista, abituale partner anche di Enrico Rava e Stefano Bollani, e il batterista Roberto Gatto, veterano di infinte battaglie musicali a suon di piatti e tamburi. I tre hanno registrato insieme per la Parco della Musica Records Something Bluesy and More, album che include brani immortali come “St. Louis Blues”, “Caravan” di Duke Ellington, “A Love Supreme” di Coltrane e “Soft Winds” di Benny Goodman, oltre a una traccia improvvisata dal titolo inequivocabile di “Exploration”. L’idea alla base dell’incontro di D’Andrea con Evangelista e Gatto è stata quella di portare nella formula del trio le invenzioni ritmiche e intervallari, nonchè il suo senso di libertà, tipiche della musica del pianista, e di confrontarsi con un repertorio poco frequentato da questo tipo di formazione. Dal blues al jazz delle origini, alle sue forme più avanzate e alla pura invenzione, D’Andrea recupera dalle origini del jazz un feeling bluesy che permea la poetica del trio e dà vita a una musica libera, gioiosa ed estremamente comunicativa.
Nato a Merano nel 1941, Franco D’Andrea incomincia a suonare il pianoforte a 17 anni, essendosi dedicato in precedenza a tromba, sax soprano e clarinetto. La sua attività professionale ha inizio nel 1963, con Nunzio Rotondo alla Rai di Roma. Nel 1964 incide il suo primo disco con Gato Barbieri, col quale collabora due anni. Nel 1968 forma, con Franco Tonani e Bruno Tommaso, il Modern Art Trio. Nel 1972 entra nel gruppo progressive jazz Perigeo. Nel 1978 forma un quartetto con Tino Tracanna, Attilio Zanchi e Gianni Cazzola. Al gruppo si uniscono nel 1986 il percussionista Luis Agudo, nel 1989 il percussionista Naco e il trombonista Glenn Ferris, e nel 1991 il vibrafonista Saverio Tasca. Dall’inizio degli anni Novanta è tutto un susseguirsi di gruppi di diverse dimensioni: Current Changes, trio col trombettista David Boato e Naco, Franco D’Andrea Eleven, formazione allargata a 11 elementi, vari trii e quartetti, anche con l’innesto di sonorità elettroniche. E da ricordare è anche il fecondo sodalizio con Enrico Rava. Al suo attivo ha oltre 160 registrazioni discografiche. Il tutto sempre all’insegna di quel rigore espressivo che da sempre contraddistingue il pianismo e la musica di D’Andrea, jazzista tutto d’un pezzo capace di rinnovarsi restando sempre fedele a sé stesso. 
 

 


Set 2
MELISSA ALDANA quartet

Melissa Aldana sax tenore
Pablo Held pianoforte
Pablo Menares contrabbasso
Kush Abadey batteria

Se il sassofono è sempre più uno strumento declinato al femminile lo si deve a giovani musiciste il cui talento è riconosciuto a livello planetario. Tra loro c’è la cilena Melissa Aldana, della quale il noto critico statunitense Nate Chinen ha sottolineato «la rara capacità di bilanciare una tecnica brillante con una ricca tavolozza emotiva».
Nata a Santiago, Melissa Aldana è stata la prima donna ad aggiudicarsi, nel 2013, la prestigiosa Thelonious Monk Competition riservata ai sassofonisti e ora è fissa ai vertici dei referendum di Down Beat.
Figlia d’arte, Melissa Aldana è stata avviata alla musica dal padre, sassofonista professionista molto conosciuto in Cile. Nel 2005 è stata notata dal pianista Danilo Perez che l’ha invitata a suonare al Panama Jazz Festival e a partecipare a audizioni per studiare in scuole americane. Da qui gli studi al Berklee College of Music di Boston, dove si è laureata nel 2009 e dove ha avuto tra i suoi tutori Joe Lovano. Il resto è una carriera musicale ad alti livelli consacrata dall’entrata nella scuderia di uno dei più blasonati marchi discografici, Blue Note, per il quale ha firmato nel 2022 l’album 12 Stars, seguito nel 2024 da Echoes of the Inner Prophet, «un viaggio personale, con un punto di vista particolarmente introspettivo. Il profeta interiore è il mio io, ora più maturo, che possiede la conoscenza, l'intuizione e la verità su quale dovrebbe essere il mio percorso», specifica la stessa sassofonista.
Sebbene l'influenza di Sonny Rollins sul modo di suonare di Melissa Aldana sia tangibile, è l'aura di Wayne Shorter a dominare in Echoes of the Inner Prophet, in particolare nel modo in cui composizione e improvvisazione regalano continue sorprese, a volte impegnative, pur mantenendo un fascino godibile. L’interesse per la musica di Shorter, pur essendo duraturo, è cresciuto negli ultimi anni, riflettendo i temi della maturazione e della scoperta senza fine che la musicista cilena esplora in Echoes: «Con l'avanzare dell'età credo di potermi identificare con la sua musica e il suo modo di suonare in un modo che forse non riuscivo a fare quando ero più giovane», commenta. Per Melissa Aldana, questo significa quindi assorbire le lezioni di Shorter sull'uso dello spazio, la narrazione, il modo di comunicare, il modo di dipingere: quando penso a Wayne penso a come usare i colori, le sfumature».

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In vendita dal 14 gennaio

Data

Dettagli

Durata:
2 ore e 30 minuti

Prezzo
da € 20,00 a € 25,00

Categorie:
Jazz al Sociale