Si intitola Se noi ombre lo spettacolo conclusivo del laboratorio 2024-2025 di Progetto Young, una delle principali iniziative formative legate alla Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. Lo spettacolo, che vedrà coinvolti i ragazzi partecipanti al corso di formazione per giovani attori con la regia Fabio Comana, si svolgerà sabato 7 e domenica 8 giugno negli spazi del teatro Sociale nei seguenti orari: sabato 7 giugno ore 16.00, 18.00, 20.00; domenica 8 giugno – 10.00, 12.00, 15.00, 17.00.

Se noi ombre è uno spettacolo itinerante, una passeggiata nei corridoi, nelle sale e negli altri angoli solitamente nascosti del Teatro Sociale ispirata dalla storia antica del luogo e dal desiderio di cimentarsi nella creazione di una sorta di collage teatrale, rappresentando brevi frammenti originali che rimandano a personaggi di epoche e situazioni diverse. Tutto nasce da una suggestione: quando il pubblico lascia il teatro, quando anche l’ultimo addetto richiude la porta alle sue spalle e la sala piomba nell’oscurità, dentro il teatro qualcuno comincia a respirare. Sono i personaggi delle tante storie che quel teatro ha visto rappresentate che si animano. Liberati dalle costrizioni della scena, ma imprigionati nello spazio e nel tempo che gli autori hanno deciso per loro, questi personaggi sono desiderosi di incontrarsi ed esprimersi liberamente, a volte di ribellarsi. Lo spettacolo prevede il raggiungimento di alcuni spazi tramite scale.

Lo spettacolo, riservato a piccoli gruppi di spettatori per volta, vuole offrire ai giovani di Progetto Young, 15 ragazzi fra i 21 e i 28 anni selezionati tra 30 candidati, l’occasione per mettere a frutto il percorso di formazione iniziato lo scorso ottobre, durante il quale hanno potuto incontrare diversi professionisti della scena, ospiti della Stagione di Prosa e Altri Percorsi e anche giovani neo professionisti ex-Young. Attori coinvolti: Francesco Baldin, Sofia Bolchi, Martina Citroni, Martina Di Caro, Leila Gervasoni, Beatrice Gotti, Carolina Grossi, Clara Marchesi, Matteo Masolini, Elisa Mercurio, Giulia Pizzaballa, Marta Salvi, Letizia Sanchioni, Valeria Spertini, Daniela Tasca.

 Maria Graia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi, sottolinea il valore formativo dell’iniziativa di cui è ideatrice: «I giovani di Progetto Young abitano la sala prove del Teatro Donizetti guidati da Fabio Comana. Il loro è un percorso che sa di ricerca di un teatro vero, in cui lasciarsi rappresentare e, per alcuni di loro, in cui cercare la professione della vita. Seguire il loro percorso artistico e umano è per me fonte di incoraggiamento su tutto ciò che realizzo all’interno della Fondazione Teatro Donizetti: questi giovani mi danno una sensazione di futuro, di possibilità, di vitalità del nostro teatro».

«Lo scorso anno, con l’intensa esperienza vissuta dagli allievi di Progetto Young sotto l’ispirazione di un maestro come Cesar Brie, si è concluso un percorso di tre anni durante i quali ho avuto modo di veder crescere la preparazione tecnica e la motivazione del gruppo, al punto che diversi fra loro sono attualmente impegnati in Accademia o hanno già avviato un percorso professionale nel teatro», racconta Fabio Comana, «Quest’anno siamo ripartiti da zero, con 15 nuovi partecipanti nei quali ho potuto osservare in particolare due atteggiamenti che mi hanno colpito: la loro necessità di fare gruppo, di riconoscersi nel collettivo, superando ogni rivalità o differenza di carattere in nome dello spirito di squadra; predisposizione che io stesso ho favorito, convinto come sono dell’importanza che il teatro sia prima di tutto un gioco di squadra, fondato sul rispetto reciproco e sulla complicità». «Ma c’è anche un altro aspetto che ho potuto notare e che potrebbe essere un segno dei tempi che viviamo: l’incertezza nella motivazione e la consapevolezza della precarietà che li attende nel lavoro. Molti fra loro sognano di potersi realizzare nel teatro, ovviamente, ma sono al contempo consapevoli dell’incertezza del loro futuro, non solo individualmente ma come società, come “mondo”. Un sentimento presente anche nelle scelte che hanno portato alla composizione dello spettacolo. Per fortuna, l’entusiasmo non è mai mancato ed è la forza principale di questo gruppo. Sono sicuro che con il tempo e l’esperienza le loro motivazioni cresceranno di intensità e sapranno trovare il loro posto nella cultura, nello spettacolo o anche solo nella società umana. E, se lo desiderano, potranno sempre contare sulla nostra presenza ed esperienza», prosegue il regista.