Spettacolo inaugurale Stagione di Prosa 2025-2026

Pignasecca e Pignaverde
con Tullio Solenghi

Dal 6 al 14 dicembre al Teatro Donizetti

 

La Stagione di Prosa 2025-2026 della Fondazione Teatro Donizetti, in ricordo di Benvenuto Cuminetti in occasione dei 25 anni dalla scomparsa, è ai blocchi di partenza: da sabato 6 a domenica 14 dicembre, con l’esclusione di lunedì 8, va in scena nel principale teatro cittadino Pignasecca e Pignaverde, titolo che riprende uno dei classici dell’attore comico genovese Gilberto Govi con, in prima linea, anche nelle vesti di regista, Tullio Solenghi, popolare volto televisivo e teatrale, anch’egli di origini genovesi. Lo spettacolo si rifà alla commedia originale scritta da Emerico Valentinetti, adattata in due atti dallo stesso Solenghi e da Margherita Rubino, con progetto scenografico di Davide Livermore. Trucco e parrucco di Bruna Calvanesi ripreso da Barbara Petrolati. Scenografia di Anna Varaldo. In scena, oltre a Tullio Solenghi: Claudia Benzi, Laura Repetto, Matteo Traverso, Stefano Moretti, Roberto Alinghieri, Mauro Pirovano, Stefania Pepe. Produzione Teatro Sociale di Camogli e Teatro Nazionale di Genova. Durata 1 ora e 50 minuti compreso intervallo. Orari: serale ore 20.30, domenica 7 e 14 dicembre ore 15.30. Prezzi biglietti: da 15 a 45 Euro, ridotti da 12 a 36 Euro.

Pignasecca e Pignaverde è, insieme a Manezzi per maritare una figlia e a Colpi di Timone, uno degli spettacoli più rappresentativi dell’arte comica di Gilberto Govi, attore profondamente legato alla sua città al punto da trasporre i testi dei suoi spettacoli in dialetto genovese. La sua fama, grazie a una irresistibile vis comica e a una straordinaria mimica facciale, ha però ampiamente valicato i confini regionali e nazionali. Da tempo al centro di una riscoperta, l’opera e la figura di Gilberto Govi hanno in Tullio Solenghi uno dei più sinceri sostenitori e divulgatori.

È lo stesso Tullio Solenghi a narrare il suo amore per Govi: «L’esito entusiasmante di Manezzi per maritare una figlia, che nell’arco di 80 repliche ha divertito ed emozionato una platea di almeno 50.000 spettatori, non poteva che preludere ad una nuova avventura con l’altro grande classico del magistrale repertorio di Gilberto Govi, Pignasecca e Pignaverde. Lascio i panni del remissivo “Steva” per calarmi con immutato entusiasmo in quelli del più arcigno Felice Pastorino, una maschera che, a differenza della precedente, nasconde, tra gli immancabili spunti di grande comicità, lati umani oscuri e intriganti da indagare e rappresentare. Questo nuovo personaggio goviano rappresenta, infatti, l’eterno archetipo dell’avaro, attorno al quale ruotano personaggi e situazioni che vanno a comporre, nell’attenta osservazione della realtà, quel microcosmo di stampo ligure che si manifesta in una sorta di preziosa “foto d’epoca”.

È proprio sfogliando queste immagini sceniche che il pubblico ha partecipato ai nostri “Manezzi”, in una sorta di rito collettivo che voglio puntualmente ricreare con questa nuova rappresentazione».

«In Pignasecca e Pignaverde la maschera si fa più autentica, con una maggiore profondità narrativa, una nuova sfida per me, per la mia messa in scena e per la compagnia che mi affianca, professionalmente ineccepibile in ogni ruolo, perché l’empatia del gruppo è sempre stata una delle risorse essenziali del teatro di Gilberto Govi. A lui e alla sua arte ho voluto dedicare anche in questa mia nuova messa in scena un mio personale tributo. Buon nuovo rito collettivo a tutti con Pignasecca e Pignaverde!», conclude l’attore e regista.