“La vita davanti a sé” con Silvio Orlando inaugura la Stagione di Prosa al Teatro Donizetti
Sotto la spinta propulsiva di 4.688 abbonamenti, con un incremento pari a quasi il 15% rispetto allo scorso anno, la Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti sta per iniziare nel segno di uno degli attori di teatro e cinema più amati dal pubblico e premiati dalla critica: Silvio Orlando, vincitore nell’arco del 2022 di ben tre premi come attore protagonista del film Ariaferma, David di Donatello, Nastro d’Argento e Globo d’oro. L’artista napoletano porterà in scena al Teatro Donizetti, da martedì 13 a domenica 18 dicembre, La vita davanti a sé, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore francese di origine lituana Romain Gary Emile Ajar, dividendo il palcoscenico con i quattro musicisti dell’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre (Simone Campa, chitarra battente e percussioni, Marco Tardito, clarinetto e sax, Daniele Mutino, fisarmonica, Kaw Sissoko, kora e djembe). Riduzione del testo originale e regia di Silvio Orlando. Direzione musicale di Simone Campa. Scene di Roberto Crea. Disegno luci di Valerio Peroni. Costumi di Piera Mura. Produzione Cardellino srl. Durata 1 ora e 30 minuti senza intervallo. Prezzi biglietti da 15 a 38 euro, ridotti da 12 a 30 euro. Orari spettacoli: da martedì 13 a sabato 17 dicembre ore 20.30, sabato 17 anche ore 17.00, domenica 18 ore 15.30. Biglietti ancora disponibili per tutte le repliche. Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, importante premio letterario francese, il romanzo La vita davanti a sé (titolo originale Le vie devant soi) è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che, dopo aver abbandonato il “mestiere”, sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Il romanzo, commovente e ancora attualissimo, racconta quindi di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Nello spettacolo teatrale, già rappresentato con successo in diverse città italiane, Silvio Orlando conduce il pubblico dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò, diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. Il risultato è un autentico capolavoro “per tutti” dove la commozione e il divertimento si inseguono senza respiro. Inutile dire che il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema principe dei temi contemporanei: la convivenza tra culture, religioni e stili di vita diversi. Il mondo appare improvvisamente piccolo, claustrofobico, in deficit di ossigeno. I flussi migratori si innestano su una crisi economica che, soprattutto in Europa, sembra diventata strutturale, creando nuove e antiche paure soprattutto nei ceti popolari, meno garantiti. Se questo è il quadro, quale funzione può e deve avere il teatro? Non certo indicare vie e soluzioni che ad oggi nessuno è in grado di fornire, ma una volta di più raccontare storie emozionanti, commoventi, divertenti, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante. Raccontare la storia di Momò e Madame Rosa, nel loro disperato abbraccio contro















