La Duchessa del Bal Tabarin

È il 1914. Siamo in piena guerra mondiale, Lombardo, forse a corto di nuovi soggetti, pensò di rivisitare un’operetta di un compositore poco conosciuto, un certo Bruno Granichstaedten, dal titolo Majestat Mimì, che divenne, dopo una sapiente elaborazione dello spartito e la stesura di un copione molto divertente, La Duchessa del Bal Tabarin, un’operetta che diede grandi soddisfazioni al suo autore e, soprattutto, gli fece guadagnare fior di milioni. Si tratta di un’operetta molto particolare perché è la prima in cui compare la soubrette all’italiana con l’aria di entrata di Frou Frou, alias la consorte poco fedele del duca di Pontarcy, Ministro delle Comunicazioni Telefoniche. Il motivo divenne popolarissimo così come il duetto comico “Ah, come si sta ben” e non ci fu compagnia di operette in Italia che non annoverasse nel suo repertorio questo titolo. Tutte le soubrette volevano essere il personaggio di Frou-Frou e famosa è rimasta l’interpretazione della seducente Gea della Garisenda. La regia rispetta il più possibile la filologia e la dignità dello spettacolo ricreando l’atmosfera e il gusto dei primi del Novecento, con una particolare attenzione alle voci liriche che hanno a che fare con uno spartito impegnativo a livello vocale, se pur nella cantabilità e orecchiabilità dei valzer di gusto viennese. La duchessa del Bal Tabarin, titolo sicuramente meno conosciuto rispetto a La vedova allegra, vale la pena di essere riscoperto anche nella sua curata partitura musicale (fondamentale l’elemento dell’esecuzione dal vivo). Frou Frou è la chanteuse del Bal Tabarin di Parigi, di cui s’innamora il duca di Pontarcy, che la sposa facendole promettere fedeltà per almeno sei mesi. Frou Frou accetta, ma presto s’annoia e rimpiange la vita di prima, allegra e frivola. Così organizza il suo rientro al tabarin con il suo prossimo amante proprio la stessa notte che conclude il periodo di fedeltà obbligatoria, decisa a tradire il marito. Anche il duca si reca al Tabarin con una sua giovane fiamma e tra equivoci comici e situazioni paradossali si arriverà all’epilogo. Locandina operetta in tre atti di L. Bard su libretto di Franci regia Elena D’Angelo coreografie Martina Ronca direttore d'orchestra Marcella Tessarin Orchestra e Corpo di Ballo Compagnia Elena D’Angelo allestimento e costumi Grandi Spettacoli con Elena D’Angelo, Matteo Mazzoli, Alessandro Fantoni, Merita Dileo, Gianni Versino, Stefano Menegale, Maresa Pagura, Carlo Randazzo, Paola Scapolan, Fabio Vivarelli e Gaia Bellunato produzione Compagnia di Operette Elena D’Angelo Durata 135' compreso intervallo