
Deserance
Deserance risveglia ancora una volta l’archetipo del viaggio. L’intima e disperata ricerca di far aderire ciò che pensiamo e desideriamo alla vulnerabilità̀ delle nostre esperienze.
I corpi raccontano la solitudine dell’unicità̀, l’abbandono delle proprie difese attraverso l’incontro con l’altro, sospeso e vertiginoso come un valzer a due, la primordiale appartenenza di un tutto quando dal magma dei corpi emerge l’affermazione di sé.
La voce, attraverso un repertorio di musica antica, conduce e guida come Caronte i viaggiatori alla ricerca della loro storia personale attraverso la quale cercano le origini di un sospiro vitale. Il canto, nella sua espressione più̀ formale rappresentata dalla voce lirica, si libera attraverso il dialogo con sonorità̀ contemporanee che animano e sostengono il percorso.
“Lascia ch’io pianga” di Hendel, sintesi e climax di questo viaggio, concede all’osservatore una via d’uscita, il ponte attraverso il quale dramma e comicità si incontrano, si intrecciano e concedono allo sguardo di determinare le vibrazioni dell’essere.
Deserance è un incubatore di stati d’animo raccolti in una parola. Prende forma attraverso la pluralità dei significati che contiene, un insieme di identità e di visioni che assumono un senso specifico solo se insieme.
Il desiderio è il motore che parte dal corpo, viscerale, in un certo senso innato. Un’urgenza creativa necessaria per tenere vivo il sentimento che giustifica una scelta di vita sempre al limite con sé stessi.
Deserance contiene in sé l’erranza, padrona assoluta della vita della Compagnia. Indomabile e incontrollabile movimento che da sempre conduce viandanti e pellegrini alla ricerca di un senso, di una finalità immanente. Uno stato di probabile inquietudine che si rinnova, si interroga sul cambiamento profondo delle proprie scelte e volontà.
Ed infine la resistenza, quell’io sacrificato che tanto trova spazio sulla scena ma che nel quotidiano è compromesso e subordinato al collettivo. Quella resistenza, inoltre, agli eventi esterni o interni che con ciclicità richiedono conferma e riaffermazione della scelta.
Locandina
di e con Simone Benedetti, Anouck Blanchet, Adrien Fretard, Maria Reis, Chiara Sicoli e Gael Manipoud / Andrea Cerrato
musiche Jean Stengel e Diego Zanoli
canto Irene Geninatti / Camilla Corsi
direzione tecnica Yoan Breton
produzione Circo Zoé
coproduzione Théâtre + Cinéma Scène Nationale du Grand Narbonne, Teatro Asioli Correggio, Le Pôle La Seyne sur Mer
con il sostegno di DRAC Provence Alpes Côtes d’Azur, Regione Piemonte, MIC, Adami, Spedidam
Durata 1 ora e 30 minuti senza intervallo