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Giovedì 18 gennaio 2024, ore 18.00 | Sala Riccardi – Teatro Donizetti

Intorno a BOOMERS
Incontro con Marco Paolini e la compagnia

Boomers è il nome comune della generazione più vecchia oggi in scena, ed è anche un luogo comune dell’immaginario. Ha senso proiettare sulle generazioni il conflitto tra chi vuole il mondo come adesso e chi ne immagina uno diverso? Quali sono le cose che hanno lasciato il segno e quali no? Boomers è sia racconto di memoria che gioco, è mescolanza di virtuale e reale, ballata ribelle al destino e al “così va il mondo”, narrata e cantata a due voci. Il bar della Jole è un
pianeta di periferia, di una stella periferica di una galassia che passa sopra il bar, il bar sta sotto il pilone di un ponte autostradale che unisce l’Italia, ma trema, vibra, scuote. Le cose corrono veloci lassù ma sotto sembrano ferme. Nel bar si gioca, si impara il mondo, si spara e si canta. Ballate e canzoni sono una mano di antiruggine, un tentativo di manutenzione alla cinghia di trasmissione dell’esperienza, a quel a quel che di buono c’è e va tenuto nella grande accelerazione
che tutto cambia, il resto è già passato.

Marco Paolini

Boomers tira fuori conflitti, dinamiche, percorsi, errori storici, occasioni perdute del passato prossimo, di una generazione che ha avuto un impatto pesante sul pianeta sia in termini ecologici che in termini tecnologici ed economici. Ma nel contempo una generazione che ha prodotto menti brillanti, personalità, energie e idee che quell’impatto hanno cercato di combatterlo.
Le nuove tecnologie mettono in crisi la trasmissione dell’esperienza e la funzione maieutica della memoria.
Lo spettacolo nasce dall’esperienza di un autore che ha fondato sulla memoria una parte importante del suo lavoro e oggi si interroga su quali siano le risposte possibili del teatro ad un mondo in cui esperienze virtuali e reali sono sempre più mescolate senza gradi di separazione netti.
La musica ha un ruolo molto importante, con un piccolo ensemble di musicisti e con Patrizia Laquidara, una delle voci più intense e liriche della musica “leggera”, figura inafferrabile, poliedrica e brillante della musica d’autore contemporanea.

I protagonisti

Marco Paolini, attore, autore e regista. (Belluno 1956)
Dagli anni Settanta al 1994 ha fatto parte di vari gruppi teatrali. È in uno di questi, il Teatro Settimo di Torino, che inizia a raccontare storie, nascono gli “Album”, i primi episodi di una lunga biografia collettiva che attraversa la storia italiana dagli anni ’60 ai giorni nostri, fino a immaginare il futuro prossimo con il nuovo Album Le avventure di Numero Primo.

Noto al grande pubblico per Il racconto del Vajont si distingue quale autore e interprete di narrazioni di forte impatto civile (I-TIGI racconto per Ustica, Parlamento chimico, Il Sergente, Bhopal 2 dicembre ’84, U 238, Miserabili) e per la capacità di raccontare il cambiamento della società attraverso i dialetti e la poesia sviluppata con il ciclo dei Bestiari. Appassionato di mappe, di treni e di viaggio, traccia i suoi racconti con un’attenzione speciale al paesaggio, al suo mutarsi, alla storia (come nel Milione) e al suo evolversi (Numero Primo).

Artigiano e manutentore del mestiere di raccontare storie, sa portare quest’arte antica al grande pubblico con memorabili dirette televisive (tra cui ITIS Galileo e Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute, seguiti da quasi due milioni di telespettatori su La7).

Dopo Ballata di uomini e cani, dedicata a Jack London, nel 2016 debutta con giovani attori del Teatro Nazionale Palestinese in Amleto a Gerusalemme, con la regia di Gabriele Vacis e dà vita a un nuovo progetto dedicato alla tecnologia intitolato #Madre Incerta, una trilogia di cui fanno parte Le avventure di Numero primo (2016, con l’omonimo romanzo edito da Einaudi), #Antropocene, oratorio per voci, violoncello solista e orchestra (con Mario Brunello e Frankie hinrg mc, 2017), Tecno Filò (2018).

Nel 2019 nasce Nel tempo degli dèi. Il calzolaio di Ulisse coprodotto con il Piccolo Teatro di Milano. L’anno dopo crea lo spettacolo Filo Filo’ e nel 2020 Senza confiini_No borders. Tra i suoi ultimi spettacoli SANI! Teatro fra parentesi che segue il precedente Teatro fra parentesi
creato durante il primo lockdown e ANTENATI the grave party.

Il suo ultimo lavoro è LA FABBRICA DEL MONDO, un progetto originale per la televisione in tre puntate (RAI 3, gennaio 2022) ideato e condotto assieme allo scienziato evoluzionista Telmo Pievani, che unisce la narrazione teatrale alla divulgazione scientifica, al racconto cinematografico, alle conversazioni con voci autorevoli della scienza, dell’economia, della letteratura che denunciano (inascoltate) il disastro in atto nel nostro pianeta.

Nel 1999 ha fondato Jolefilm, la società con cui produce tutti i suoi spettacoli e con cui sviluppa la passione per il documentario e il cinema realizzando opere che hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico e di critica (dal pluripremiato Io sono Li di Andrea Segre, ai più recenti La pelle dell’Orso di cui è coautore con Marco Segato oltre che interprete a Welcome Venice di A. Segre e The Italian Banker di Alessandro Rossetto).

Siciliana di nascita e veneta d’adozione, Patrizia Laquidara è definita dalla critica “una tra le figure più inafferrabili e poliedriche della musica d’autore italiana”, “una firma talmente personale da risultare unica”, e “una delle voci più intense e liriche della nostra musica cosiddetta leggera”.

Cantautrice e scrittrice esordisce nella 13ª edizione del Premio Città di Recanati, vincendo i premi per la miglior interpretazione, per la miglior musica e il premio della critica. Il primo album di inediti, “Indirizzo Portoghese”, arriva nel 2003 e le vale l’invito al Festival di Sanremo durante il quale si aggiudica il premio Alex Baroni per la migliore interpretazione oltre al Premio assoluto della critica Mia Martini.

Nel 2005 è chiamata ad eseguire il brano portante del film “Manuale D’Amore”, “Noite Luar”, che le varrà inoltre la nomination per i David di Donatello.
Il 2007 è l’anno del suo secondo disco “Funambola”, prodotto da Arto Lindsay, che la porta a suonare in tutta Europa, in Brasile, in Marocco, in Giappone e negli Stati Uniti, Ecuador, duetta su disco e dal vivo con artisti internazionali come Ian Anderson.

Nel 2011 esce “Il Canto Dell’Anguana”, un album-indagine sulle tradizioni musicali dell’alto vicentino che le vale la Targa Tenco per il “Miglior album dialettale”.
Nel frattempo si dedica anche al teatro con Giuliana Musso e Mirko Artuso, Natalino Balasso, al cinema con Immesi, Brazzale e Alejandro Jodorowsky e alla radio ideando e conducendo diversi programmi.

Nel 2018 esce il suo quinto album dal titolo “C’è qui qualcosa che ti riguarda”, un lavoro accolto con entusiasmo dalla critica che lo ha definito “Un capolavoro intriso di femminilità, potenza e fierezza, la bellezza in una delle sue forme musicali più alte”; l’album rientra nella cinquina tra i migliori dischi in assoluto dell’anno del Premio Tenco.

La canzone “Il Cigno (The Great Woman)”, è tra le 10 canzoni finaliste del Premio Amnesty International Italia – Voci per la Libertà.

Nell’ottobre 2019 le viene consegnato il prestigioso “Premio Maria Carta” e, sempre nello stesso anno, un racconto da lei scritto “Nordestereofonico” viene pubblicato dalla Helvetia Ed. Oltre alla pubblicazione di una raccolta di poesie dal titolo “Alphonsomangorey” il 2021 la vede impegnata anche alla stesura del suo libro, che verrà pubblicato dalla casa editrice Neri Pozza.
E’ direttrice artistica di “Il Canto della Sisilla”, festival musicale e teatrale nel cuore delle piccole Dolomiti ed è docente di Poesia in musica e drammaturgia musicale al conservatorio della città di Brescia.