Dopo aver salutato il vecchio anno e dato il benvenuto al nuovo, la Stagione di Operetta della Fondazione Teatro Donizetti propone l’operetta italiana più famosa al mondo, Il Paese dei Campanelli, di cui ricorre proprio nel 2023 il centenario dalla prima rappresentazione. A proporla al Teatro Donizetti sarà, domenica 19 febbraio (ore 15.30), la Compagnia Corrado Abbati. Nuova drammaturgia e regia di Corrado Abbati. Allestimento Teatro Verdi di Trieste. Coreografie di Francesco Frola per Balletto di Parma. Direzione musicale di Alberto Orlandi. Produzione Inscena srl. Personaggi e interpreti: Bombon Antonella Degasperi, Nela Anna Capiluppi, Ethel Mariska Bordoni, Pomerania Jana Szendiuchova, Hans Davide Zaccherini, La Gaffe Corrado Abbati, Attanasio Prot Fabrizio Macciantelli, Tarquinio Brut Matteo Catalini, Basilio Blum Lorenzo Marchi. E con: Aurora Costa, Armando Ferro, Marta Nasciuti, Daniele Natale, Chiara Presa, Daniela Virzi. Durata spettacolo: 2 ore e 15 minuti compreso un intervallo. Prezzi biglietti: da 15 a 38 euro, ridotti da 12 a 30 Euro.

Operetta in tre atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, Il Paese dei Campanelli venne composta nel 1923 e andò in scena con immediato successo il 23 novembre di quell’anno al Teatro Lirico di Miano. Da allora la sua popolarità rimane indissolubilmente legata alla particolare leggerezza ed allegria del testo, oltre che a melodie facili e dall’impatto immediato. Si racconta infatti che, già all’indomani della prima rappresentazione, molti brani venissero cantati o fischiettati per le strade dai milanesi.

Un canovaccio fantasioso con un tocco di esotismo, un variopinto e immaginario villaggio fiabesco, i colorati i costumi dei protagonisti ed una elegante e garbata drammaturgia, sono i punti di forza dell’edizione del centenario portata in cena della Compagnia Franco Abbati.  La storia porta lo spettatore su un’immaginaria isola olandese dove sopra ad ogni casa c’è un piccolo campanile con un campanello. Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che una donna tradisce il proprio marito. Cosa che ciò non accade mai, perché nel paese regna da tempo la tranquillità. A seminare il disordine arriva una nave di militari, costretta all’attracco da un’avaria. I marinai scendono a terra e subito cominciano a corteggiare le graziose donne del paese e, com’è facile prevedere, accade l’inevitabile: il comandante Hans fa suonare i campanelli con Nela, moglie di Basilio, il marinaio Tom con la bella Bombon, consorte di Tarquinio, e il buffo La Gaffe, per un imperdonabile errore, con Pomerania, la donna più brutta del paese, sposa del borgomastro Attanasio.

Ma La Gaffe, il cui nome dice tutto sulle sue caratteristiche, continua a fare “gaffes”: la prima è quella di rivelare a Nela che Hans è già sposato; la seconda, e decisiva, è di far arrivare in paese, per un malaccorto scambio di telegrammi, tutte le mogli dei marinai, a cominciare da Ethel, la signora del comandante. E la storia si ripete, ma questa volta a far suonare i campanelli sono le mogli dei cadetti con i pescatori Attanasio, Basilio e Tarquinio. Dopo questa specie di pareggio, i marinai ripartono con le loro mogli e Bombon, una donna con un “passato”, non se la prende tanto: sa bene, infatti, che non bisogna cedere all’amore dei marinai. Magari le resterà solo il ricordo di una vorticosa “giava” ballata con La Gaffe mentre a Pomerania resterà il ricordo di essere “piaciuta”. La più disperata è Nela ma ben presto tornerà a sperare. Tutto come prima, dunque, ma c’è da giurare che i campanelli non suoneranno più?