44.526 spettatori complessivi per sette titoli, quasi tutti distribuiti in altrettante repliche, con una media di circa 900 spettatori a rappresentazione: circa il 17% in più rispetto alla Stagione 2021/2022 che aveva totalizzato 37.968 presenze. 4.691 abbonamenti, con un incremento di 596 unità. Sono questi i dati salienti della Stagione di Prosa che si è conclusa domenica 23 aprile con Cyrano de Bergerac di Arturo Cirillo, applaudito da 6.210 spettatori.

La palma dello spettacolo più acclamato va a La bottega del Caffè di Goldoni, con Michele Placido, visto da 7.927 spettatori, con replica straordinaria dedicata alle scuole. A seguire: Il berretto a sonagli di Pirandello con Gabriele Lavia (6.726 presenze), La vita davanti a sé con Silvio Orlando (6.578) e, appunto, proprio il Cyrano di Cirillo. Sinceri applausi sono stati tributati anche agli altri spettacoli: Maria Stuarda con Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi, Moby Dick alla prova del Teatro dell’Elfo e Cosa nostra spiegata ai bambini con Ottavia Piccolo, nonché ai quattro titoli della sezione “Appuntamento con la storia” ospitati al Teatro Sociale.

Mentre è ancora in svolgimento, sempre con una significativa partecipazione di pubblico, la rassegna Altri Percorsi nel teatro di Città Alta – ultimi titoli di calendario Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa con Lorenzo Gleijeses, il 27 aprile, e La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza de Les Moustaches, il 4 maggio – è dunque tempo di primi bilanci.

 «Siamo molto soddisfatti dei riscontri di pubblico conseguiti con la Stagione di Prosa appena terminata: già la campagna abbonamenti dello scorso autunno aveva ottenuto risultati ragguardevoli, spingendoci a programmare repliche fuori abbonamento per quasi tutti gli spettacoli in cartellone. Il successo è quindi sotto gli occhi di tutti e conferma il ruolo del Teatro Donizetti come propulsore della vita culturale cittadina con le sue molteplici proposte, di cui la Stagione di Prosa è uno dei cardini», commenta Massimo Boffelli, Direttore Generale della Fondazione Teatro Donizetti». «E siamo molto lieti della riconoscenza che gli stessi attori e le rispettive compagnie mostrano dopo essere stati ospiti del nostro Teatro. Tutti manifestano apprezzamento nella struttura della Fondazione, nei suoi risvolti tecnici, amministrativi e di comunicazione, oltre che di accoglienza in uno spazio teatrale da poco restaurato. Molti degli spettacoli da noi proposti sono stati rappresentati in altre città più grandi di Bergamo, con un numero di repliche inferiore. Tutto questo sta a dimostrare come il Donizetti sia uno dei teatri più importanti a livello nazionale e penso che ciò possa rendere orgogliosi tutti i bergamaschi, specialmente in un anno in cui la Città è Capitale Italiana della Cultura», conclude Boffelli.

Viva soddisfazione esprime anche Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi: «È stata per noi una Stagione importante che ha confermato il favore del pubblico e che ci ha permesso di realizzare diverse iniziative rivolte alle giovani generazioni. In special modo agli studenti che sono stati coinvolti in specifici progetti formativi intorno a spettacoli classici e a tematiche contemporanee; progetti che hanno visto una partecipazione entusiasta sia da parte degli stessi ragazzi che dei loro docenti». «Credo che la scelta di puntare su una varietà di stili e generi permetta al pubblico di avere una buona panoramica di ciò che il teatro italiano produce. Prima di programmare ogni nuova Stagione, viaggio tanto e vedo tantissimi spettacoli, mi confronto con artisti e registi, operatori del settore per poter realizzare il cartellone e quando si abbassano le luci non vedo l’ora che i nostri spettatori vedano ciò che ho scelto per loro», aggiunge, «Girando lo sguardo diventa molto interessante restituire i vissuti delle compagnie presenti nelle nostre stagioni. Lo stupore di trovarsi, tutte le repliche, di fronte ad un teatro pieno in tutti i suoi ordini, cosa rara nel tempo del post pandemia, la consapevolezza che si tratta di un pubblico attento, presente, eterogeneo».

«Un episodio che mi ha colpito molto, riportato dai tecnici di una compagnia, è stato: “È la prima volta dopo tanti anni di lavoro che il pubblico si gira verso la regia in fondo sala ad applaudire anche noi!”. Segno che i nostri spettatori capiscono l’importanza delle diverse professioni teatrali e mi piace pensare che sia anche un po’ frutto del lavoro che abbiamo fatto in questa direzione in questi anni. Un lavoro che vuole valorizzare anche la relazione umana», conclude Maria Grazia Panigada.